Profilo Storico
Un profilo storico del territorio
Ultima modifica 20 novembre 2023
Il territorio di Grezzana fu frequentato dall’uomo (Homo erectus) a iniziare da 300.000 anni fa. Tracce della presenza umana furono rinvenute in più luoghi della zona di Grezzana, tutte lungo la direttrice che da sud verso nord passa per Monte Cucco, Lotrago, Monte Gazzo, Serbaro. Pur iniziata nel Paleolitico Inferiore, la tecnica di lavorazione della selce fu sfruttata ampliamente nel Paleolitico medio, come ci documentano i reperti di Riparo Tagliente. Questo riparo, che prese il nome dal Sig. Tagliente che lo segnalò nel 1958, fu frequentato per lungo tempo dall’Homo neanderthalensis. Dell’età mesolitica, nella zona di Grezzana, finora non sono state trovate tracce della presenza dell’uomo, mentre del neolitico antico, nella località Campagne di Lugo, è stato scoperto un sito preistorico che testimonia l’esistenza di popoli che conoscevano l’agricoltura e che praticavano l’ artigianato con prodotti di alta qualità, tanto da essere esportati. Gradualmente la pietra fu sostituita dai metalli: resti di villaggi Eneolitci furono rinvenuti a Bellori, Azzago, Magnavacca nel Vaio del Paradiso, Monte Cucco, Casale di Sotto, Dosso di Casale, Monte Santa Viola e in località Borgo di Grezzana. Tutti questi villaggi lessinici sembrano scomparire nel I sec. a.C., forse a causa di un intervento armato dei Romani. Il territorio della Valpantena fu uno dei poli fondamentali dell’attività agricola, pastorale ed estrattiva in epoca romana.
foto Rovine romane nella piazza di Grezzana
I segni che la civiltà romana ha lasciato nel territorio grezzanese sono numerosi e si possono osservare anche vicino alla biblioteca, dove sono stati deposti i blocchi di pietra di forma curvilinea, che furono trovati nella seconda metà dell’Ottocento, quando si fecero i lavori per approntare la piazza. Questi blocchi di pietra sono la testimonianza di un grandioso monumento funebre di un importante personaggio che aveva ricoperto una carica pubblica. All’interno della biblioteca si possono osservare due statue maschili di un probabile tempio dedicato alle Grazie, che si doveva trovare a fianco del mausoleo. Lo stesso nome Grezzana potrebbe derivare da questo tempio dedicato alle dee Grazie, oppure dal nome Graecius.
foto statue presenti nell'atrio della biblioteca
Durante il medioevo la valle, in parte rovinata dalle alluvioni e abbandonata dai contadini, perdette l’aspetto curato del periodo romano. Di Grezzana di questi secoli si sa poco. In epoca longobarda (VI-VII-VIII sec.) nasce la pieve di Grezzana, dedicata inizialmente a San Martino.
I re (Ottone II nel 983 e Enrico II nel 1014) riconobbero il castello di Grezzana (posto in zona elevata vicino al centro del paese) e della Rocca sopra Lugo come dipendenti dei Canonici. Nel 1214 la Comunità di Grezzana si liberò dalla signoria dei Canonici con un riscatto di 1600 lire e diventò Comune. Nella seconda metà del XIII secolo il comune di Grezzana venne a far parte della giurisdizione di un colonnello dipendente dal Comune di Verona ed in seguito di un capitano scaligero. Nel 1380 gli Scaligeri inserirono la Valpantena nel capitanato di Montorio e vennero censiti gli abitanti di Grezzana, Carrara, Rosaro, Alcenago, Cologne, Lugo, Azzago, Limiano e Romagnano. A partire dal 1405 la Valpantena venne a far parte della Repubblica di Venezia. Si diffuse in questo periodo l’acquisto di terreni della Valpantena da parte di ricchi possidenti e di nobili: ecco comparire i Giusti, gli Allegri, i Ruffoni, i Franchi, i Balladoro e i Gazola. Solo durante il periodo napoleonico vennero aboliti i titoli nobiliari ed ecclesiastici e la nobiltà cominciò a perdere il suo potere; anche i beni delle chiese vennero demanializzati. Nel 1805 la valle venne a costituire, nell’ambito del dipartimento dell’Adige, il V cantone del distretto di Verona, con Grezzana capoluogo cantonale. Entrando a far parte del “Commonwealth” francese, l’intera valle venne ad avere in comune con gran parte d’Europa leggi, monete e unità di misura: furono le classi borghesi e mercantili che beneficiarono del nuovo clima politico-economico. Con il ritorno dell’aquila asburgica (1814), il Lombardo Veneto venne diviso in due governi ripartiti in provincie, distretti e comuni. Nell’occasione al Comune Grezzana vennero assegnate le frazioni di Alcenago, Casale, Corrubio, Lugo, Lumiano, Orsara, Romagnano, Rosaro, Stallavena e Zago (Azzago). Nel 1866 i rulli dei tamburi piemontesi vennero accolti festosamente anche a Grezzana, ma già nel 1867 non mancarono episodi di violenta contestazione anti-italiana. I primi anni dell’unificazione furono molto difficili: la grave situazione economica che lo Stato unitario doveva sostenere venne affrontata con provvedimenti pesanti (es. corso forzoso del 1866, tassa sul macinato del 1868). Questo non impedì nel corso del 1871-1901 un periodo di alto incremento demografico, ne conseguì una nuova attività edilizia e un lento processo di miglioramento socio-economico. All’inizio del XX secolo Grezzana era un comune tranquillo e operoso: in economia il settore primario era il più saldo, ma la presenza di undici mulini, delle cave di marmo, delle prime industrie manifatturiere contribuiva ad arricchire il territorio.
foto Collezione Veronesi, cartolina non viaggiata 1940
La situazione socio-economica si fece più pesante nel dopo-guerra, nonostante l’Italia figurasse tra le potenze vincitrici. Di fronte al crescere della protesta popolare, la borghesia andò sempre più ad appoggiarsi alle squadre d’azione fascista.
Agli inizi della guerra la politica autarchica del regime fascista portò alla valorizzazione dapprima di risorse scarsamente redditizie, come la lignite del Vajo del Paradiso e successivamente all’intensificazione dello sfruttamento dei boschi. Negli ultimi anni di guerra, la popolazione della valle fu duramente provata e la storia di quegli anni è costellata di episodi luttuosi legati sia ai bombardamenti sia alla resistenza partigiana.
Nel dopoguerra la ripresa fu lenta, ma graduale e continua, godendo delle iniziative di imprenditori attenti allo sviluppo economico e sociale del territorio.
Fonti:
Bruno Avesani, Fernando Zanini, Grezzana, città delle grazie, Lavagno, 2011
Dario Ballini, La Pieve di Grezzana, la Valpantena e la Lessinia, Grezzana, 2010
Eugenio Turri, Grezzana e la Valpantena, Caselle di Sommacampagna, 1991